La vittoria del Palio Straordinario del 1722
Risale al 1722 il nuovo documento che abbiamo “riesumato” dal nostro archivio. Si tratta più precisamente dell’annotazione della vittoria del Palio Straordinario del 1° Maggio di quell’anno all’interno del II libro delle deliberazioni. La corsa, organizzata in onore della Governatrice Violante di Baviera per l’arrivo in città dei nipoti (Carlo Alberto, Ferdinando Maria e Giovanni Teodoro vescovo di Ratisbona), vide protagonista il fantino pistoiese Giuseppe Maria Bartaletti vetturino, detto Strega, sul cavallo baio scuro della Posta di Monteroni, chiamato Belladonna: «e in detto giorno primo di Maggio la predetta nostra Contrada ne riportò la vittoria nella pubblica piazza col premio di talleri trenta con applauso grande di tutti i comparenti e della nostra Contrada».
Per questo Palio, essendo straordinario, ci fu il premio in denaro; di solito però veniva dato anticamente un drappo di stoffa preziosa con il quale spesso ci si facevano pianete e davanzali per l'altare. La nostra Contrada usò la somma in denaro vinta per far dipingere il Cencio al Tartuchino Antonio Vignali (lo stesso che negli anni precedenti aveva dipinto i festoni lignei ora conservati al museo sacro).
In totale la spesa per il drappellone fu di lire 18:11:8, ovvero «lire 1 per nastro, lire 5:18:8 per braccia 3 e 1/4 taffeta' bianco doppio, soldi 10 per le mazzette per detto drappellone, lire 10 ad Antonio Vignali pittore, all'Alberti doratore per doratura delle mazzette lire 1:3:4».
Qualche mese dopo la vittoria lo Strega, in una rissa all'osteria dell'Angelo, ferisce un altro avventore e viene condannato ad una multa di 200 scudi, in conseguenza di questo si allontana da Siena per qualche anno. Rimane comunque, insieme a Tabarre, l’unico fantino ad aver vinto il palio in due giorni consecutivi, corsi il 2 e il 3 Luglio 1712 con Oca e Chiocciola. Inoltre lo Strega, probabilmente figlio del fantino Stregone, vinse il 2 Luglio 1719 nell’Aquila, che conserva quello che è il più antico drappellone ancora oggi ammirabile in un museo di contrada.
Ringraziamo i nostri Delgati all'Archivio per il loro prezioso lavoro e per la disponibilità con la quale oggi ci è concesso ammirare questo documento.
Bernardo Mario