Sergio Marcocci, addio grande amico
Se ne è andato Sergio, amico carissimo di tutti noi. Se ne è andato allondandosi lentamente dagli affetti familiari e dalla quotidiana frequentazione contradaiola, imprigionato in un crudele sonno della memoria, smarrito in un mondo di figure e giorni sempre nuovi e indecifrabili.
Ma i ricordi che ci legano restano tenaci e indelebili, e così le conversazioni di un tempo neanche poi tanto lontano. O forse si, forse appaiono lontani quegli anni in cui fu presidente del centenario della Società o vicario vittorioso nel memorabile 1991, anche la nostra memoria si confonde e mescola le carte dei nostri racconti contradaioli in un flusso di sensazioni e reminiscenze disordinate.
La compagnia di Sergio era di quelle preziose, una presenza amica e piacevole, un colloquiare che ci univa nelle affinità comuni di una convivialità punteggiata da un'ironia elegante e affettuosa allo stesso tempo. Non ti giudicava mai, riuscendo a sdrammatizzare anche le situazioni più agitate con battute formidabili.
Il ricordo di Sergio si lega indissolubilmente con quello di Lorenzo Cerri Vestri con il quale condivideva la passione per i cavalli da Palio ed un percorso di impegno dirigenziale a Castelsenio, in un periodo nel quale andava ricostruito il tessuto sociale della Contrada. L'altra sua passione era stata quella dell'arbitro di calcio, una carriera che è proseguita nella successiva responsabilità della sezione AIA di Siena.
Nel numero unico del 1991 così lo descrivevo: "Leader dell'ala godereccia della Deputazione, si è guadagnato il posto di Vicario, promettendo agli elettori schioppettanti serate con uso di griglia e bistecche fiorentine. Proveniente dalla regione dei Tufi, ha conservato intatta l'indole verso il sacrificio nelle attività lavorative e una strordinaria propensione a non farsi prendere per il culo, tipica della gente del luogo".
E adesso lasciamo che parlino di lui le belle serate estive rinfrescate da un bicchiere di vino - annuncio di amicizia e condivisione - la sua flemma rassicurante, la sua silente felicità nel stare con gli amici, il suo sguardo malinconico, il suo intelligente umorismo. Se il destino ha previsto un finale in cui non lo riconosciamo, non consentiremo che la memoria vada oltre a ciò che il cuore non tollera.
Il feretro verrà portato nel nostro Oratorio alle ore 11.30 di domani, lunedì 31 gennaio.
Le esequie si terranno alle ore 15.
(Giovanni Gigli)