Hanno riscosso un grandissimo successo le prime conferenze del ciclo “Siena al femminile. Protagonismo e impegno di donne dal medioevo a oggi” organizzata dal Comune di Siena in collaborazione con il coordinamento Gruppi donne delle contrade e varie associazioni femminili.

 Santa Caterina: quando l'amore per Dio è impegno per la giustizia

La prima conferenza si è svolta giovedì 14 ottobre nella Nobile Contrada dell'Oca sul tema “Santa Caterina: spiritualità e dimensione politica dell'impegno di una mistica”.Hanno introdotto la serata l'assessore alla cultura del Comune di Siena, la dottoressa Aurora Savelli, curatrice dell'iniziativa e il vicario generale della contrada Enrico Toti. La professoressa Isabella Gagliardi dell'Ateneo di Firenze ha analizzato la figura della Santa senese, come donna che non si chiuse nella sua dimensione mistica, ma partecipò attivamente alla realtà del suo tempo, arrivando a svolgere azioni incisive fino nelle più alte autorità politiche, istituzionali ed ecclesiastiche.La sua affermazione avvenne grazie alla scelta dei frati predicatori domenicani che ebbero una particolare attenzione al mondo femminile, senza fare differenze di genere.
Le donne, anche se prive di istruzione, erano considerate la sede della “sapienza”, in alternativa alla “scienza”, più tipicamente maschile.Proprio in virtù di questa capacità, Caterina, quasi illetterata, seppe comunicare da pari a pari con i potenti.Nelle sue lettere, come quella scritta da Firenze all'indomani del tumulto dei Ciompi, appare il nesso profondo tra dimensione spirituale e espressione politica.

 

L'impegno delle donne per la carità nella Siena medievale

La seconda conferenza del ciclo Siena al femminile, tenutasi giovedì 28 ottobre nei locali della Contrada dell'Istrice, ha avuto come protagoniste le tante le donne sconosciute, quelle meno note, e Monna Agnese di Affrettato.
Il tema affidato a Gabriella Piccinni, docente di storia medievale all'Università di Siena e affermata medievista, era “Donne per altre donne: l'impegno femminile tra carità e assistenza nella Siena del basso medioevo”.
La relatrice ha centrato la sua attenzione dapprima sulle donne laiche impegnate nelle attività assistenziali all'interno dell'Ospedale Santa Maria della Scala, secondo la consuetudine che attribuiva loro la cura del corpo, consentendo l'acquisizione di conoscenze, abilità manuali e tecniche, non, certo, di secondo piano.
Un medico famoso come Aldobrandino da Siena affermò di aver raccolto informazioni per scrivere la parte del trattato sulla sanità dedicato alla puericultura proprio dalle donne che avevano acquisito questa esperienza.
L'esame approfondito dell'affresco del Pellegrinaio dedicato alla cura dei piccoli abbandonati ha consentito, poi, di esaminare le varie figure femminili impegnate in questo lavoro, ma anche la storia personale della bambina dai capelli rossi, dal momento della consegna, avvolta nelle fasce, a quello dell'allattamento da parte della balia, all'istruzione da parte di un maestro e infine al matrimonio.
Più specifica la storia di Monna Agnese di Affrettato che nel 1278 si presentò al Consiglio Generale del Comune per chiedere un aiuto nella gestione dell'ospedale fondato per assistere i poveri. Anche questa istituzione, sempre a direzione femminile, vide l'impegno di molte devote donne laiche nell'aiutare altre donne più povere, fino a specializzarsi, alla fine del '500, nell'assistenza alle partorienti.

 Si ricorda che il prossimo appuntamento, ad ingresso libero, del ciclo di incontri Siena al femminile è fissato per giovedì 11 novembre, sempre alle ore 18, nella sede museale della Contrada della Selva con Elena Brizio per affrontare “All'ombra del Campo: protagonismi femminili alla fine della Repubblica”.

Per un aggiornamento sulle conferenze “Siena al femminile” pubblichiamo l'articolo di Aurora Savelli (Docente Universitario) pubblicato su LA NAZIONE il 15 novembre u.s. dopo la conferenza di Elena Brizio giovedì 11 novembre nella sede museale della Contrada della Selva

 Un pubblico numeroso, attento e partecipe, si è dato appuntamento nei giorni scorsi nel Museo della Contrada della Selva in occasione del terzo incontro di "Siena al femminile. Protagonismo e impegno di donne dal Medioevo a oggi". Fare storia delle donne significa fare storia sociale, entrare nel vivo delle dinamiche della vita cittadina, in cui le donne sono a pieno titolo immerse.

Elena Brizio, con la conferenza "All’ombra del Campo: protagonismi femminili alla fine della Repubblica", ne ha dato un’appassionata testimonianza ricostruendo profili di donne che vissero in un periodo di particolare turbolenza politica come quello che va dalla fine del XV secolo alla caduta della Repubblica. Se è notissima la figura di Margherita Bichi, che accusata dai detrattori di essere una strega dette istruzioni al governo e all’esercito sapendoli condurre alla vittoria del 1526, meno celebri risultano tutte quelle protagoniste di cui la Brizio, attingendo a una ricca documentazione e proponendo i primi risultati di una ricerca in corso, ha proposto frammenti di storia.

Centrale il tema della preparazione politica e della cultura delle senesi, che si esprime anche in una loro vivace attività di committenza artistica: a Eustochia Bichi, per esempio, va attribuita la cappella Bichi nella chiesa di Sant’Agostino, la cui pala d’altare, dipinta dal Signorelli, si trova dispersa tra Stati Uniti ed Italia. Il protagonismo femminile – per riprendere il titolo della conferenza e lo spunto programmatico dell’intero ciclo d’incontri – si esprime anche su altri versanti: nella capacità mostrata dalle donne di gestire figli e patrimonio in momenti difficilissimi, in cui molti uomini e padri di famiglia patiscono l’esilio per le loro posizioni politiche; nella determinazione con cui si rivolgono alle magistrature senesi per difendere i loro diritti.

Tra questi, la difesa della dote assume un particolare rilievo. Sulla dote gli statuti senesi si pronunciavano chiaramente: doveva essere restituita alla vedova dagli eredi del marito defunto entro un anno. Eustochia Bichi, figlia di Antonio, esponente di primo piano dei Nove, si deve difendere non dagli eredi del marito ma dal fratello Firmano, che si era impadronito dei beni non riconoscendo il dovuto alla sorella. Vi sono donne il cui impegno si traduce in un ruolo politico e diplomatico: Aurelia Salvi, che si era schierata a favore della Francia, pagherà con la proibizione di rientrare in patria questa sua scelta, giudicata ‘estrema’ da Cosimo I Medici, cui la Città e Stato di Siena vengono infeudati nel 1557. Comincia per Siena una nuova fase, contraddistinta dalla ricerca di un equilibrio all’interno della nuova realtà dello stato regionale mediceo.

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