Le stanze del complesso museale della Contrada della Tartuca continuano ad animarsi grazie alla rassegna “Pagine e Parole. Libri d’autore e performance teatrali” curata dalla commissione Museo.
Ad interessare un nutrito pubblico lo scorso 14 febbraio 2025 è stato Agostino Fantastici, l’architetto che abbellì la Siena della prima metà dell’Ottocento e che, fra le varie opere realizzate, regalò al nostro rione lo splendido loggiato in Prato sant’Agostino.
Ad introdurre la serata è stato il tartuchino Giovanni Mazzini che ha fatto un breve excursus del periodo in cui il Fantastici visse, contestualizzando la vita dell’architetto (1782-1845) negli anni a cavallo fra il ‘700 e l’800 che furono densi di fermento e accadimenti che avrebbero poi modificato il corso della storia seguente.
La parola è poi passata al Prof. Raffaele Ascheri, presidente della Biblioteca degli Intronati che ha delineato il profilo del Fantastici, non solo come architetto ma anche come uomo e appassionato di scrittura. Persona eclettica, dai tanti interessi e dai tanti volti che trascorse la sua vita fra Siena e Roma e che divenne architetto di riferimento per l’alta borghesia e la nobiltà della nostra città. Fra le varie opere costruite, oltre al sopra citato loggiato, realizzato fra il 1809 e il 1819, c’è anche parte degli interni del palazzo d’Elci e la concattedrale del Santissimo Salvatore a Montalcino. Ma l’architetto era anche un grande appassionato di scrittura nella quale esprimeva con linguaggio duro ed a volte scurrile i suoi pensieri, ed era un massone, in un’epoca in cui la massoneria non era così diffusa come oggi (tutt’ora esiste la Loggia Agostino Fantastici). Di ispirazione chiaramente massonica è il Villino del Pavone da lui realizzato al cui ingresso sono poste due sfingi egizie e che contiene all’interno del suo spazio verde una piramide sepolcreto. Un personaggio, insomma, molto particolare e pieno di sfaccettature, apprezzato in vita per il suo lavoro. Un anticlericale ma devoto di Santa Caterina da buon ocaiolo doc. Una persona che ha visto il male, basti pensare alle insorgenze antinapoleoniche del “Viva Maria”, ma che ha lasciato un’eredità fatta di bello, un bello che ha arricchito anche la nostra Siena. Una persona, insomma, che, a 180 anni dalla sua morte, merita di essere ricordata e tenuta in vita attraverso la conoscenza delle sue opere. A tal proposito, per chi interessato, è possibile ammirare lo “studiolo” che la famiglia Del Taja aveva commissionato proprio al Fantastici nel 1825. Quest’opera divenne nel 2006 di proprietà della Fondazione Monte dei Paschi ed è stata ora concessa in comodato gratuito proprio alla Biblioteca comunale degli Intronati che ne consente la visione al pubblico ogni sabato alle ore 11.