Nuovi ingressi nel Museo
La tutela e la valorizzazione del proprio patrimonio storico-artistico passano anche attraverso l'acquisto di opere sul mercato dell'antiquariato ed il recupero di pregevoli manufatti legati alla propria tradizione. Questa ricerca costante permette di arricchire il Museo con pezzi di rilevanza, che testimoniano il legame profondo tra la Contrada e la sua storia.
Recentemente, grazie anche alla professionalità di Giuseppe Mazzoni, sono stati acquisiti due importanti manufatti: una mattonella in ceramica di Dino Rofi ed un acquarello di Vittorio Giunti.
"Il Duce" di Dino Rofi
Si tratta di una mattonella in ceramica realizzata nel 1940 dal ceramista Dino Rofi, delle Ceramiche di Santa Lucia, come attestato dall'iscrizione sul retro. Questo pezzo fa parte di una serie molto rara dedicata alle 17 Contrade, rendendolo un elemento di particolare interesse storico e collezionistico. La sua acquisizione rappresenta un tassello importante per il Museo della Tartuca, che continua a valorizzare oggetti che raccontano l'identità e la storia della Contrada.
"Il Figurin Maggiore" di Vittorio Giunti
Un'altra preziosa aggiunta è un acquarello su carta raffigurante il figurin maggiore davanti a Porta Tufi: l’autore rappresenta il paggio maggiore del rinnovo delle monture del 1955. L'opera ha una cornice in pastiglia e risale dunque alla metà del Novecento.
Vittorio Giunti è un nome noto nell'arte senese e nella storia del Palio: il nostro Museo conserva già tre drappelloni dipinti da lui, quello della Carriera del 16 agosto del 1930 e quelli del Cappotto del 1933. È il pittore che ha realizzato più drappelloni in assoluto, ben 24.
I braccialetti in ferro battuto di Luciano Zalaffi
Nel laboratorio dell'economato sono stati rinvenuti due braccialetti in ferro battuto, ora puliti e restaurati dall'economo Gianfranco Vaselli. Questi manufatti portano l'incisione del loro autore, Luciano Zalaffi (1881-1931), e rappresentano un esempio della straordinaria tradizione artigianale senese.
L'officina Zalaffi, fondata nel 1845 da Benedetto Zalaffi, ottenne prestigiosi riconoscimenti in Italia e all'estero per la produzione del ferro battuto, eseguita totalmente a mano secondo una tradizione secolare. Luciano Zalaffi, autore dei due braccialetti, e figlio di Benedetto, si dedicò molto all'aspetto decorativo e alla ricerca della dimensione artistica. La ditta, per la scomparsa prima del capostipite nel 1906 e poi dei figli, chiuse i battenti nel 1931.
L’arricchimento del Museo con queste opere rappresenta dunque un valore essenziale per la nostra Contrada, che custodisce e tramanda con passione la propria identità.