Palio e giustizia ordinaria: riflessioni
Lunedì 24 febbraio il Tribunale di Siena ha emesso una sentenza che rappresenta un passaggio significativo per il Palio e le sue tradizioni: otto contradaioli sono stati condannati penalmente per rissa e per resistenza a pubblico ufficiale a seguito dei "fronteggiamenti" avvenuti tra le Contrade del Nicchio e del Valdimontone dopo il Palio del 2 luglio 2018. La decisione ha introdotto un precedente rilevante, ridefinendo i confini dell’intervento della giustizia ordinaria in ambiti finora regolati principalmente dalle autorità paliesche.
Le assoluzioni pronunciate nei confronti di quattro contradaioli del Nicchio e cinque del Valdimontone sono state motivate principalmente dalla mancanza di prove, ma la direzione presa dalla magistratura appare chiara: episodi che in passato venivano gestiti internamente alla comunità contradaiola ora sono sottoposti a un livello di scrutinio giudiziario mai visto prima.
Basti pensare al precedente del 2015, la cui sentenza, emessa nell'aprile 2023, aveva visto l’applicazione di semplici sanzioni pecuniarie ai condannati, senza conseguenze sul casellario giudiziario. La condanna penale emessa lunedì scorso, sembra segnare quindi un punto di non ritorno per la Festa e per quei momenti che, nel bene e nel male, ne fanno parte.
Il tema non è nuovo. Già un anno fa il Magistrato delle Contrade aveva espresso una posizione chiara: «I rituali che caratterizzano le contrade non possono essere giudicati decontestualizzandoli dal loro valore storico e sociale. Di questi riti fanno parte anche la ‘naturale animosità e l’impeto di emozioni contrastanti’, che seppure in una cornice di passionalità, mai mettono a rischio la sicurezza sociale». Una dichiarazione che oggi assume un peso ancora maggiore alla luce della sentenza emessa.
Di fronte a questa svolta, non possiamo che esprimere vicinanza ai contradaioli coinvolti del Nicchio e del Valdimontone, consapevoli che questa decisione impone una riflessione profonda per tutta la comunità paliesca. Se in passato certe dinamiche erano considerate parte integrante della Festa, oggi appare evidente che il contesto è cambiato e che ogni contradaiolo dovrà prestare attenzione a ciò che accade nei momenti di tensione.
Il Palio è e rimarrà sempre passione, ma quella passione dovrà trovare nuove forme di espressione, prendendo atto di questa pronuncia dell'autorità giudiziaria. La speranza è che le istituzioni, insieme alle Contrade, sappiano trovare il modo giusto per tutelare le tradizioni contradaiole e favorire un equilibrio che ne garantisca la continuità.