Lungo, sincero e commosso come sono stati gli anni di attesa che questo generoso purosangue polacco ha frantumato in quell'incredibile pomeriggio del 3 luglio 1991. Uberto, per i tartuchini, è e lo sarà per sempre, il simbolo di un riscatto paliesco che ha aperto le porte di una stagione travolgente di vittorie. E' morto a 27 anni, alla faccia di tutti i falsi animalisti nemici del Palio, esattamente 20 anni dopo la sua prima vittoria con Cianchino che ci consegnò ad un'estate fragorosa e indimenticabile. Uberto, ospitato amorevolmente nella casa tartuchina dei Sampieri, era stato con noi a cena a Sant'Agostino proprio un anno fa, in occasione della serata dedicata ai cavalli per i festeggiamenti della vittoria. Il ricordo di Uberto, sprigiona immagini di giorni felici, sentimenti di una gioia frastornata, abbracci frenetici, pianti di esterrefatta beatitudine. Quel terzo giro al Casato: il più bello della nostra vita. Vai dunque Uberto, prolunga la tua corsa nell'azzurro del cielo, nell'oro del sole.

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