L’Arte del Tamburo: Giovani e Tradizione nel Progetto Tata-Mama
Nei giorni scorsi è stata presentata nella Sala delle Lupe di Palazzo Pubblico, la mostra “Progetto Tata-Mama, l’arte di costruire il tamburo”, organizzata dall’Associazione Arturo Pratelli; il progetto, che prende il nome dal più conosciuto “gioco di mazze” dei tamburini, è una delle iniziative volute per ricordare il giovane contradaiolo dell’Aquila scomparso qualche anno fa. Tutte le contrade sono state coinvolte nell'iniziativa che ha portato i giovani a costruire i 17 tamburi che, per qualche giorno, hanno fatto bella mostra di sé, prima della stamburata finale che si è svolta in Piazza il 29 pomeriggio. Il tamburo della Tartuca è stato costruito con diverse settimane di lavoro, con amore e cura dai giovani tartuchini coadiuvati e supportati dalla Commissione Provveditorato che, con pazienza, li ha seguiti insegnando loro questa vera e propria arte (vedi foto).
Si comincia dunque con un foglio di compensato,tagliato a misura secondo la grandezza del tamburo che viene assemblato con dei cerchi di metallo. Poi vengono realizzati due cerchi, ritagliati in una parte più alta e una parte più bassa. Quella più alta viene usata per il tamburo, quella più bassa, il cosiddetto "falsetto" serve per montare la pelle. Il tamburo poi viene dipinto e a quel punto montato e legato con circa 13 mt di corda. Infine si inserisce la macchinetta che serve per tirare i cordini, uno di ferro e un "budellino", che verranno montati nella parte inferiore del tamburo: una volta accordato, questo è pronto.
Con queste attività che vedono lavorare fianco a fianco contradaioli di diverse generazioni si creano legami, si tramanda la tradizione e le conoscenze che sono alla base delle nostre radici.