Lettere in redazione

Ci scrive Michele Lombardini "esiliato" in Nicaragua per motivi professionali. Con piacere pubblichiamo la sua lettera digitale che raccoglie le sensazioni di un "contradaiolo doc" lontano dalla sua Contrada. Per fortuna Internet lenisce in parte la nostalgia del rione. Lo salutiamo con affetto in attesa di rivederlo dietro il cavallo per il Palio di agosto.

Da “tradere” a Internet

La parola tradizione deriva dal latino “tradere” che significa trasportare. Dunque la tradizione e’ qualcosa di vivo e definibile, che sopravvive allo scorrere del tempo e che si trasporta dal passato al presente.  Tra le due variabili di questo processo solo una e’ modificabile ed adattabile ai tempi che corrono: il presente. Mentre il passato per sua natura e’ gia’ stato consumato, il presente dipende da noi. E’ stato scritto molto sulla relazione tra le nuove tecnologie di comunicazione di massa e le tradizioni senesi e la mia opinione si schiera apertamente in favore di quegli strumenti che ci permettono di annullare le distanze, di raggiungere tutti i contradaioli che non vivono più a Siena, di percorrere un oceano con un semplice clik. Da ormai 11 anni mi trovo lontano dalla pietra serena e se durante questo tempo sono comunuqe riuscito a non perdere mai i contatti di sempre ed a restare informato su tutto ciò che accadeva nella mia Contrada lo devo sopratutto a quei nomi che da anni hanno invaso il nostro vocabolario: internet, blog, email, pagina web...Il piacere che provo nel leggere quotidianamente la nuova pagina web della Tartuca e’ enorme, e rappresenta per me una maniera d’esserci, di poter vivere ancora quel quotidiano svolgersi della vita di Contrada che per tanti anni ho vissuto in prima persona. Ovviamente, un freddo schermo di un computer non sostituira’ mai il calore di un abbraccio, ma permette comunque, anche solo virtualmente, di essere vicino a coloro a cui vuoi bene. Bisogna partire dal presupposto che le moderne tecnologie d’informazione, se usate con intelligenza e senza abusi, non sono incompatibili con il processo di trasporto della nostra storia e credo anzi che esista una maniera per cui tali mezzi possono essere messi al servizio delle nostre antiche tradizioni. La nostra generazione, così come le generazioni future, deve essere la custode ed il guardiano del nostro patrimonio culturale. Per raggiungere questo obbiettivo abbiamo l’obbligo di dare il meglio di noi stessi e di aiutarci con gli strumenti che abbiamo a disposizione. Questo e’ il nostro presente, specchio costante del passato nel quale trova le sue radici.
Concludo queste poche righe con un augurio di buon lavoro a tutta la Deputazione di Seggio e con un ringraziamento sincero a la redazione di Murella Cronache.

Michele Lombardini

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