Una grandissima partecipazione di tartuchini ha risposto al richiamo della "Porchettata del Capitano". Una iniziativa della Compagnia di Porta all'Arco realizzata con il generoso contributo di Gianni Cortecci il quale, come vuole la tradizione, ha offerto una Porchetta da oltre 40 kg. Dopo la sbandierata di rito all'Eremita di via delle Cerchia ( il leggendario guerriero dalla rossa e crociata bandiera), i tartuchini hanno festeggiato a Casteselsenio questo appuntamento primaverile che, in qualche modo, annuncia una nuova stagione paliesca. Il Priore Paolo Bennati ha salutato gli intervenuti e ringraziato il gruppo della cucina guidato da Aldo Falcinelli, mentre il Capitano ha nuovamente promesso l'impegno di tutti e invocato l'aiuto della fortuna. Poi Stefano Pagni, nel cui spirito si è reincarnato l'Eremita, ha presentato la serata durante la quale sono state assegnate le medaglie di riconoscenza a due grandi tartuchini, esempio per tutti i giovani presenti: Alfredo Manganelli e Luca Lombardini. Di seguito vi riproponiamo le motivazioni delle nomine tra ironia e serietà.
Alfredo Manganelli detto Boggione
Alfredo Manganelli detto Boggione fa parte di quel ristretto gruppo di intrepidi tartuchini che nel 1951 fondarono la Compagnia di Porta all’Arco. Boggione era una presenza costante di tutti gli appuntamenti organizzati attraverso la neonata Compagnia: dalla Porchettata, alla beffa del furto della testina dell’Eremita, dalle varie commissione delle feste a quelle dei numeri unici.
Alfiere di tantissimi giri in città quando nella Tartuca non erano più di dieci a girare, non entrò mai in Piazza perché Galliano l’economo, c’aveva le sue fisse. Nel 1955 come incaricato di Porta all’Arco andò anche a prendere alla stazione la fantina Elena Calivà detta “Lulli” che Remigio Rugani con Silvio Gigli e Giulio Pepi volevano far montare nella Tartuca.
Non fatevi ingannare dall’aspetto perché Boggione, fisico mingherlino ma con uno spirito tutt’altro che dimesso, fiutava le scazzottate con la Chiocciola come una cane da tartufo. Non c’era rissa che non lo vedesse protagonista insieme a Danilo Pepi e Sandro Sacchi, insomma …era sempre in prima fila.
Il 29 giugno del 1953 portò in Castelvecchio una brenna che fece incazzare un po’ tutti….si chiamava Tarantella ma quella brenna, portata da Boggione, il giorno del palio volò sul tufo e vinse con Albano Nucciotti detto Ranco.
Questa sera la Compagnia di Porta all’Arco celebra ancora una volta l’antico rito della Porchettata e nel farlo abbraccia idealmente con la gloriosa “rossa crociata bandiera” uno dei suoi figli più autentici: Grazie Boggione!
Luca Lombardini
Chi è stato paziente di Luca Lombardini sapeva bene che durante le visite nel suo ambulatorio, non si poteva parlare né di malattie né tantomeno di esami medici. Palio e Contrada erano gli unici argomenti ammessi. Se poi uno stava davvero male lo mandava da un dottore. Luca è famoso:per essere l’autore della storica “manzata”, il punto di partenza del grande periodo di gloria della Tartuca, - per aver riportato il cencio in Castelvecchio dopo quasi vent’anni e ... per aver indossato un maglione da donna durante il giubilo del 1972. Stasera ci spiegherà finalmente il perché …. fugando tutti i pettegolezzi di questi ultimi 40 anni!
Luca incarna lo spirito del Palio nella sua declinazione più autentica. E’ rispettato da tutti perché si è sempre fatto rispettare. Certo…. se dipendesse da lui i fantini andrebbero ancora in giro a chiedere i soldi con lo zucchino il giorno dopo la vittoria del Palio.Esperto dell’ambiente ippico non ne è mai stato un fanatico, ma ha sempre messo a disposizione la sua vera passione in funzione del bene della Tartuca e stasera la Compagnia di Porta all’Arco lo ricompensa con una medaglia al valore e con la frase più ripetuta degli ultimi trent’anni: “Grazie Luca!”.