Lettera del Capitano ai Tartuchini

insediam2018

Sono passati pochi giorni da quando abbiamo ricevuto la comunicazione ufficiale da parte dell'Amministrazione Comunale, riguardo alle decisioni prese, di concerto con il Magistrato delle Contrade, di far slittare i due Palii.
Non costituisce, fra l’altro, un provvedimento definitivo, in quanto l'effettiva decisione finale circa lo svolgimento delle carriere, verrà presa durante il mese di maggio.

Si è trattato di una disposizione da parte delle autorità che trova precedenti solo in alcune gravissime circostanze del passato, come nel caso del secondo conflitto bellico mondiale.

Da Capitano non è certo il colpo più duro che ho dovuto subire. Mi rattrista in questo momento l’isolamento dal mio popolo, la distanza da tutti voi che rappresentate la mia fonte di energia, da cui ho attinto la carica e la motivazione, oltre che l’aiuto concreto per superare le difficoltà, che ci ha permesso di condividere la gioia estrema di una vittoria.

Mi manca guardarvi negli occhi, abbracciarvi, ridere con voi, condividere le cose più semplici come fare “due chiacchiere” a cena. Il momento di riflessione che siamo costretti a trascorrere ci mostra il privilegio che abbiamo ricevuto nell'essere figli di questa città e nell'appartenere alla Tartuca, sostenitrice da sempre di quei valori che mai come nel tempo presente dobbiamo fare nostri.
Non possiamo esimerci da rivolgere l’attenzione verso tutti coloro che sono costretti o chiamati in prima persona ad affrontare l’emergenza, con la volontà di rendere operativo quel mutuo soccorso di cui i nostri avi ci hanno dato testimonianza.

La Contrada è prima di tutto comunità e sostegno reciproco, è desiderio di donare qualcosa di se stessi per il bene collettivo; pertanto al momento, nel rispetto delle restrizioni, ma anche in seguito, nel tempo della ricostruzione, dobbiamo avvalerci della ricchezza che è stata nei secoli depositata nei nostri cuori.
Agli ammalati, agli operatori sanitari e ai parenti delle vittime va il mio - quindi il nostro – pensiero, prima di tutto.
Sento adesso la necessità di sincerare l’orgoglio che arde nel petto di ogni Tartuchino dicendovi che io e i miei ragazzi non abbiamo mai in un solo momento rallentato nel nostro operato, neppure nelle ultime settimane in cui ci siamo dovuti adeguare alla situazione di questa crisi sanitaria.
Prego ognuno di voi, dal profondo del cuore, di rispettare scrupolosamente le prescrizioni che ci vengono indicate per difenderci dall’avversario invisibile che ha provocato la terribile pandemia, con lo scopo di tornare a vivere il nostro territorio nella sua completezza e rotondità, per ricominciare la vita a cui eravamo abituati.

Vi voglio bene e ho bisogno di voi tutti.

Un abbraccio a tutti, al grido di: “In alto Tartuca!”

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