Addio Nanni, cuore benevolo ed operoso della Tartuca

Nannipacchiani
Giusto all’alba del giorno del Palio che non c’è stato, Nanni Pacchiani è morto. Se ne va con lui l’ultimo di una famiglia che per la Tartuca è stata un architrave. Insieme al severo Enzo e all’estroso Franco componeva un trio indimenticabile: operoso, sempre attivo, di una disponibilità senza limiti. Nanni aveva prima affiancato e poi sostituito Galliano Gigli come economo, in un’officina pronta ad intervenire, a “fare” in ogni occasione necessaria. Ci sono persone amabili per la parola, altre esperte nell’amministrare e persone che proiettano il loro amore per la piccola comunità della Contrada nelle cose da tenere in ordine, da gestire con cura, da riparare o aggiustare con rapidità. E nelle cose si proietta i loro modo di partecipare, la loro condivisione: nella concretezza degli oggetti, nello sfarzo luminoso delle monture, nei braccialetti da accendere per le ricorrenze amate. Stanotte si saranno accesi tutti i braccialetti della Tartuca – l’ho immaginato – per rendere omaggio alla fatica umile di Nanni, alla sua devozione costante. Con Franco la domenica andavamo al Pendola qualsiasi film proiettassero. I nostri giochi si dipanavano nel chiassino. La falegnameria di Vittorio & figli era sempre aperta. Quando incontravo Enzo sul bus n. 1 che porta ai Cappuccini parlavamo di Nanni e lui mi dava notizie: «Ora è disciplinato, non si dimentica le medicine, al Campansi lo tengono a dovere!». E quando incontravo Nanni che andava un Tartuca, in mattinata, parlavamo di Enzo: «Da quanto non lo vedi? Lassù si trova bene, ma è in campagna …». Franco nel trio era un po’a sé, polemico per scherzo e sempre preoccupato di qualcosa che non andava pel verso giusto. Nanni è stato una presenza silenziosa e fattiva, era di pasta buona, mite e calmo. La solitudine non aveva spento il suo attaccamento ad una Contrada che è stata tanto nella sua vita. E quando ne ravvivava i colori e ne restaurava le cose era come se vi immettesse qualcosa di sé e consegnasse alla loro materialità il senso del suo essere tra noi, con noi, per noi. Ho sfogliato, quando ho saputo la brutta notizia, il libro di un caro filosofo e ho pianto Nanni leggendo una riflessione che definisce come meglio non si può l’opera di uomini come lui. Perché rimaniamo tanto attaccati alle cose che hanno accompagnato le ore felici dei nostri anni? «Perché ristabiliscono le connessioni tra i vari segmenti della nostra storia individuale e collettiva, salvare le cose dall’insignificanza significa comprendere meglio noi stessi»: comprendere un popolo che ricorderà Giovanni Pacchiani con gratitudine somma, insieme a quanti alle cose, ai simboli, ai costumi della Tartuca hanno consacrato un vigile affetto, che resisterà oltre il tempo.

(Roberto Barzanti)

Giovanni Pacchiani era nato in Via Toomaso Pendola il 7 marzo 1939. E' stato vice Economo ed Economo per oltre 40 anni. 
Il feretro verrà portato alle ore 15.00 di oggi presso il nostro Oratorio, dove si terrà il funerale domani 17 agosto alle 15.00.

 

                                                                                                                                 

 

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