Via Sant’Agata: la chiesa inglobata da Sant’Agostino
In occasione della ricorrenza della celebrazione di Sant’Agata, martire alla cui nobile fermezza d’animo si ispira l’omonima Compagnia militare, vogliamo pubblicare questa interessante ricostruzione toponomastica tartuchina.
Ringraziamo per il contributo Maura Martellucci e Roberto Cresti.
Via Sant’Agata prende nome dall’antica chiesa che si trovava davanti all’attuale mensa universitaria e che scomparve divenendo la cripta della basilica di Sant’Agostino.
Via Sant’Agata inizia dal Prato di Sant’Agostino, dopo porta all’Arco e termina alla chiesa di San Salvatore dell’Onda. La dedicazione attuale è testimoniata dallo stradario del 1871, mentre il campione del 1789 la denominava costa di Sant’Agata. La strada prende il nome dalla scomparsa chiesa di Sant’Agata che occupava lo spazio antistante l’attuale mensa universitaria di Sant’Agostino. La chiesa, già esistente all’inizio del Duecento, scomparve divenendo la cripta dell’imponente basilica di Sant’Agostino quando questa fu costruita nella seconda metà del XIII secolo.
Via di Sant’Agata, come già via delle Cerchia che ne è la prosecuzione, sorge come riempimento del fossato che costeggiava l’antica cinta muraria quando questa venne dismessa. Siamo ancora alla fine del Duecento quando la strada ormai costruita viene addirittura allargata e raddrizzata. Per quanto concerne il toponimo Sant’Agata, questo si ritrovava anche nell’ultimo tratto dell’attuale via Duprè che si chiamava Costarella della Porticciola di Sant’Agata, che altro non era se non la duecentesca porta di San Salvatore di cui oggi resta l’arcone a fianco della chiesa di San Giuseppe.
Maura Martellucci
Roberto Cresti