Addio Stoppa, barbaresco dal cuore ribelle
Puntuale come tutti gli anni, la mattina della tratta del 13 agosto scorso, Antonio Casini, lo potevi salutare davanti al Bar San Pietro. Con l'immancabile sigaretta tra le labbra, compagna di tutta la vita, non mancava mai di scherzare e sorridere. Anche adesso, che sentiva vicina la fine. Lo sapeva ed anche su questo ci scherzava: "Il panettone 'un lo mangio quest'anno!". E giù a ridere. "Ma che dici Stoppa! Lo sai quante sbornie ci s'ha da piglia' ancora!" gli si diceva. E lui: "Oh vedrai!". E infatti s'è visto. Il panettone l'ha mangiato, ma l'ultima sigaretta l'ha fumata in questo freddo gennaio e spero davvero che se la sia goduta fino in fondo. A Stoppa era impossibile non volergli bene, con quel suo sguardo da attore di film noir poliziesco anni 60', burbero in apparenza ma dal grandissimo cuore, chi lo conosceva sapeva riconoscere dietro la scorza del duro un animo generoso e cristallino. Stoppa, nato in Castelvecchio, figlio della indimenticabile Elide, per la mia generazione era il nostro super eroe popolare, colui che non aveva paura di niente e che avrebbe difeso noi e la Contrada a tutti i costi. La sua vita giovanile, esuberante e spericolata, aveva generato in noi giovani, il fascino di un uomo da rispettare e in qualche modo da temere.
Nel 1983 Luca Lombardini lo nominò barbaresco, era il ruolo perfetto per Antonio, una sicurezza sotto tutti punti di vista. In seguito fu riconfermato da Gianni Ginanneschi nel 1985 e Angelo Cortecci dal 1987 al 1990.
Purtroppo la serie incredibile di brenne toccate in sorte alla Tartuca in quel periodo, non resero molto onore alla Stalla di Antonio e non gli offrirono l'opportunità di godere di una vittoria, che arrivò proprio l'anno dopo il suo "pensionamento". Antonio, che risiedeva ormai da molto tempo fuori Siena, continuava a tenere stretto quel filo che lo legava al suo rione. Stoppa era anche un grande narratore di storie, di avventure, condite da una vena ironica che sconfinava sempre in un immancabile caustica battuta popolare.
Ci mancherai Stoppa, ci mancherà il tuo essere unico, un po' anarchico, un po' bandito, un po' gentiluomo, senza compromessi, e sempre a testa alta e schiena dritta.
Ai figli Simone e Monica, alle sorelle Patrizia e Rita, ai fratelli Daniele e Claudio ed a tutta la famiglia Casini, l'abbraccio affettuoso di tutta la Contrada.
Il feretro arriverà oggi, sabato, alle ore 16 nella Sala delle Adunanze, dove domani, domenica 21 gennaio, alle ore 16.30 riceverà la benedizione dal nostro correttore Don Floriano Vassalluzzo. Il feretro rimarrà lì anche per l'intera giornata di domani.
Giovanni Gigli