Si odono dai soliti “Soloni” delle osservazioni velenose sul modo di festeggiare la chiusura infeconda dell’annata paliesca della nostra avversaria (nota: Solone fu un legislatore e giurista ateniese, per estensione e in senso ironico il termine indica chi si atteggia a moralista). Sinceramente non comprendiamo cosa non torni loro. C’è forse da obiettare qualcosa se una legittima allegria, una gioia peraltro contenuta, una malcelata soddisfazione è sbocciata in noi al termine di una corsa che ha visto la nostra avversaria timida protagonista? La tradizione senese assicura di no. Tanto più che la Carriera d’agosto, condotta non senza bravura dal fantino e conclusa in terza posizione, suggella la duplice sconfitta di chi affrontava l’estate paliesca 2014 tra i favoriti, almeno a chiacchiere. Quindi perché stupirsi se abbiamo moderatamente celebrato il prolungamento del digiuno dei nostri avversari?

E poi, chi sono costoro per ardirsi di castigare i nostri costumi? Sono coloro che, non ancora sufficientemente demoralizzati dalle due purghe del 2002 e del 2004, nel 2006 uscirono con le bandiere; che nel 2007 ci riempirono la fontanina di simpatiche caramelle; e che nel 2008 lanciarono delle “tradizionali” bombe carta nel nostro territorio (già usate peraltro anche in passato); che nel 2012, parimenti non ancora educati dalle ulteriori due purghe (clamorose) del 2009 e del 2010, uscirono nuovamente con le bandiere per festeggiare il sorpasso sventato (certo non per loro merito).

Tacere sarebbe stato più appropriato! A tali ingiustificati e immemori “Soloni” conviene allora rammentare una delle tre leggi fondamentali del Palio: chi perde “un cogliona”. E va a letto.

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