Le opere murarie sono quasi terminate ed il nuovo Museo sta pian piano assumendo un fisionomia definita che un giorno ci sembrerà familiare. Lo spazio sul quale la sede istituzionale tartuchina si articola ha subito nel tempo usi e stratificazioni diverse. Abitazione, magazzino,  Società - due volte ristrutturata - fino all'attuale nuovo assetto. Una delle tante novità che il tartuchino coglierà è rappresentata dalla zona del vecchio e "glorioso" american bar. L'angusto ma utilissimo spazio, prolungamento del salone da ballo (futura Sala delle Vittorie), è stato aperto sulla stanzina adiacente (ex abitazione ed ex magazzino di Castelsenio).  

Aggiornamento con la conferenza il 25 novembre 2010 nella Nobile Contrada dell’Aquila

La docente alla Scuola Normale Superiore di Pisa, Maria Pia Paoli, ha esposto il risultato del suo  lavoro di ricerca sulle poetesse senesi attive fra Cinquecento e Seicento. Nel primo Cinquecento la nostra città era famosa per lo spazio concesso alle donne negli studi e alcune di esse eccellevano nell'attività poetica come Battista (nome femminile) Berti Petrucci. Alessandro Piccolomini (vero femminista ante litteram) lo aveva teorizzato nella sua opera “Dialogo della bella creanza delle donne”, noto anche come “La Raffaella”, che le donne dovessero condurre una vita più libera per apprezzarne sia i piaceri carnali che intellettuali. Piccolomini nell'orazione funebre per Aurelia Petrucci Piccolomini del 1542, dimostra quanta stima e devozione avesse per questa donna, usando nei suoi riguardi termini quali “magnanimità, virilità e santità” solitamente destinate alle principesse.

Le donne appartenenti al patriziato cittadino potevano accedere all'istruzione e non erano escluse dai consessi intellettuali come l'Accademia degli Intronati. Alcune di loro poterono dimostrare la loro preparazione come la bellissima Laudomia Forteguerri che scrisse una poesia per Margherita d'Austria, facendo ipotizzare ad alcuni critici un amore omosessuale, e che partecipò alla sfida poetica lanciata da Alessandro Piccolomini dal sepolcro del Petrarca ad Arquà. Insieme a lei avevano scritto altre quattro donne senesi, fra cui Virginia di Matteo Salvi che nel 1543 fu processata per aver partecipato ad un complotto antispagnolo e dovette rifugiarsi a Roma. Questa attività fu possibile nella libera Repubblica, ma non lo fu a seguito della caduta sotto la dominazione medicea e del Concilio di Trento. Le donne letterate senesi si riorganizzeranno, dopo un periodo di silenzio, nel Settecento formando l'Accademia delle Assicurate, esclusivamente femminile, sotto la protezione della granduchessa Vittoria della Rovere. Molte cose erano cambiate ma la capacità e l'intelligenza delle donne senesi continuavano a essere coltivate.

Il prossimo appuntamento sarà giovedì 16 dicembre, alle ore 18, nella Sala Capitolare della Contrada della Lupa con Adelisa Malena dell'Università di Venezia per parlare di “Carismi femminili: mistiche del Seicento”

 

Il Seggio Direttivo riunitosi lunedi 8 novembre ha formato una Commissione con l'incarico esplorativo di proporre un candidato da sottoporre all'approvazione dell'Assemblea Generale, per la carica di Capitano della Contrada biennio 2011-2012. La Commissione è formata da: Pierangelo Stanghellini (Maggiorente), Mauro Bindi, Matteo Ceccanti, Duccio Elia, Giovanni Mazzini e Niccolò Rugani. Quando la Commissione renderà noti tempi e modi per il ricevimento dei contradaioli ne sarà data tempestiva comunicazione.

Il nostro maggiorente Mauro Barni ha donato all'Amministrazione Comunale una preziosa raccolta di documenti redatti dal padre Benedetto, medico ufficiale sanitario del Comune di Siena, nel decennio 1950-1960, riguardanti la prevenzione e l'igiene. Ciò è stata occasione per un convegno svoltosi sul finire dello scorso ottobre dal titolo "Salute e prevenzione dagli anni '50" ad oggi. Dai registri donati al Comune dal Prof. Mauro Barni è stata motivata l'analisi sulla  quale i relatori hanno potuto costruire, in rapporto all’oggi, i loro interventi, e constatare, come tutti hanno asserito, la lungimiranza di questo medico che oltre mezzo secolo fa raccolse e studiò la popolazione infantile senese, per poi dettare le regole da seguire, in materia di igiene personale e nutrizionale, così da sconfiggere, insieme ai vaccini, le tante malattie che, al tempo, affliggevano la popolazione. Dalla tubercolosi al tifo, dalla poliomelite alla differite, dalla mal nutrizione a tutte le sue conseguenze. Il dr. Benedetto, oltre ad essere stato un appassionato contradaiolo tartuchino (componente del Seggio negli anni '50) ha diretto l'Ospedale militare collocato presso l'Istituto Tommaso Pendola  negli anni della seconda guerra mondiale.

Hanno riscosso un grandissimo successo le prime conferenze del ciclo “Siena al femminile. Protagonismo e impegno di donne dal medioevo a oggi” organizzata dal Comune di Siena in collaborazione con il coordinamento Gruppi donne delle contrade e varie associazioni femminili.

 Santa Caterina: quando l'amore per Dio è impegno per la giustizia

La prima conferenza si è svolta giovedì 14 ottobre nella Nobile Contrada dell'Oca sul tema “Santa Caterina: spiritualità e dimensione politica dell'impegno di una mistica”.Hanno introdotto la serata l'assessore alla cultura del Comune di Siena, la dottoressa Aurora Savelli, curatrice dell'iniziativa e il vicario generale della contrada Enrico Toti. La professoressa Isabella Gagliardi dell'Ateneo di Firenze ha analizzato la figura della Santa senese, come donna che non si chiuse nella sua dimensione mistica, ma partecipò attivamente alla realtà del suo tempo, arrivando a svolgere azioni incisive fino nelle più alte autorità politiche, istituzionali ed ecclesiastiche.La sua affermazione avvenne grazie alla scelta dei frati predicatori domenicani che ebbero una particolare attenzione al mondo femminile, senza fare differenze di genere.
Le donne, anche se prive di istruzione, erano considerate la sede della “sapienza”, in alternativa alla “scienza”, più tipicamente maschile.Proprio in virtù di questa capacità, Caterina, quasi illetterata, seppe comunicare da pari a pari con i potenti.Nelle sue lettere, come quella scritta da Firenze all'indomani del tumulto dei Ciompi, appare il nesso profondo tra dimensione spirituale e espressione politica.

 

L'impegno delle donne per la carità nella Siena medievale

La seconda conferenza del ciclo Siena al femminile, tenutasi giovedì 28 ottobre nei locali della Contrada dell'Istrice, ha avuto come protagoniste le tante le donne sconosciute, quelle meno note, e Monna Agnese di Affrettato.
Il tema affidato a Gabriella Piccinni, docente di storia medievale all'Università di Siena e affermata medievista, era “Donne per altre donne: l'impegno femminile tra carità e assistenza nella Siena del basso medioevo”.
La relatrice ha centrato la sua attenzione dapprima sulle donne laiche impegnate nelle attività assistenziali all'interno dell'Ospedale Santa Maria della Scala, secondo la consuetudine che attribuiva loro la cura del corpo, consentendo l'acquisizione di conoscenze, abilità manuali e tecniche, non, certo, di secondo piano.
Un medico famoso come Aldobrandino da Siena affermò di aver raccolto informazioni per scrivere la parte del trattato sulla sanità dedicato alla puericultura proprio dalle donne che avevano acquisito questa esperienza.
L'esame approfondito dell'affresco del Pellegrinaio dedicato alla cura dei piccoli abbandonati ha consentito, poi, di esaminare le varie figure femminili impegnate in questo lavoro, ma anche la storia personale della bambina dai capelli rossi, dal momento della consegna, avvolta nelle fasce, a quello dell'allattamento da parte della balia, all'istruzione da parte di un maestro e infine al matrimonio.
Più specifica la storia di Monna Agnese di Affrettato che nel 1278 si presentò al Consiglio Generale del Comune per chiedere un aiuto nella gestione dell'ospedale fondato per assistere i poveri. Anche questa istituzione, sempre a direzione femminile, vide l'impegno di molte devote donne laiche nell'aiutare altre donne più povere, fino a specializzarsi, alla fine del '500, nell'assistenza alle partorienti.

 Si ricorda che il prossimo appuntamento, ad ingresso libero, del ciclo di incontri Siena al femminile è fissato per giovedì 11 novembre, sempre alle ore 18, nella sede museale della Contrada della Selva con Elena Brizio per affrontare “All'ombra del Campo: protagonismi femminili alla fine della Repubblica”.

Per un aggiornamento sulle conferenze “Siena al femminile” pubblichiamo l'articolo di Aurora Savelli (Docente Universitario) pubblicato su LA NAZIONE il 15 novembre u.s. dopo la conferenza di Elena Brizio giovedì 11 novembre nella sede museale della Contrada della Selva

 Un pubblico numeroso, attento e partecipe, si è dato appuntamento nei giorni scorsi nel Museo della Contrada della Selva in occasione del terzo incontro di "Siena al femminile. Protagonismo e impegno di donne dal Medioevo a oggi". Fare storia delle donne significa fare storia sociale, entrare nel vivo delle dinamiche della vita cittadina, in cui le donne sono a pieno titolo immerse.

Elena Brizio, con la conferenza "All’ombra del Campo: protagonismi femminili alla fine della Repubblica", ne ha dato un’appassionata testimonianza ricostruendo profili di donne che vissero in un periodo di particolare turbolenza politica come quello che va dalla fine del XV secolo alla caduta della Repubblica. Se è notissima la figura di Margherita Bichi, che accusata dai detrattori di essere una strega dette istruzioni al governo e all’esercito sapendoli condurre alla vittoria del 1526, meno celebri risultano tutte quelle protagoniste di cui la Brizio, attingendo a una ricca documentazione e proponendo i primi risultati di una ricerca in corso, ha proposto frammenti di storia.

Centrale il tema della preparazione politica e della cultura delle senesi, che si esprime anche in una loro vivace attività di committenza artistica: a Eustochia Bichi, per esempio, va attribuita la cappella Bichi nella chiesa di Sant’Agostino, la cui pala d’altare, dipinta dal Signorelli, si trova dispersa tra Stati Uniti ed Italia. Il protagonismo femminile – per riprendere il titolo della conferenza e lo spunto programmatico dell’intero ciclo d’incontri – si esprime anche su altri versanti: nella capacità mostrata dalle donne di gestire figli e patrimonio in momenti difficilissimi, in cui molti uomini e padri di famiglia patiscono l’esilio per le loro posizioni politiche; nella determinazione con cui si rivolgono alle magistrature senesi per difendere i loro diritti.

Tra questi, la difesa della dote assume un particolare rilievo. Sulla dote gli statuti senesi si pronunciavano chiaramente: doveva essere restituita alla vedova dagli eredi del marito defunto entro un anno. Eustochia Bichi, figlia di Antonio, esponente di primo piano dei Nove, si deve difendere non dagli eredi del marito ma dal fratello Firmano, che si era impadronito dei beni non riconoscendo il dovuto alla sorella. Vi sono donne il cui impegno si traduce in un ruolo politico e diplomatico: Aurelia Salvi, che si era schierata a favore della Francia, pagherà con la proibizione di rientrare in patria questa sua scelta, giudicata ‘estrema’ da Cosimo I Medici, cui la Città e Stato di Siena vengono infeudati nel 1557. Comincia per Siena una nuova fase, contraddistinta dalla ricerca di un equilibrio all’interno della nuova realtà dello stato regionale mediceo.

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