Il Palio di Franco Fortunato ci stava proprio bene insieme al magnifico e originale addobbo della Festa dei Tabernacoli dei nostri cittini. Un "Te Deum" nel quale ogni parola aveva il colore di una delle 17 Contrade,ed ogni lettera era fatta di cartone e pasta, era disteso sulle scale che portano al castellare dove si trova limmagine sacra della Madonna di Castelvecchio. Complimenti a tutti i cittini ed agli instancabili Delegati: Camilla, Elettra, Silvia, Sara, Giacomo e Matteo
Un ringraziamento doveroso, visto come sono andate le cose ad agosto. A noi ci sembrava un allestimento degno di un piazzamento, ma evidentemente per quest'anno ci dobbiamo "accontentare" del Palio. Ha vinto il Drago. Per fortuna il tempo ci ha permesso di cenare tutti insieme, come lo scorso anno nelle Murella per applaudire i nostri atleti (e quelli delle altre Consorelle) che partecipavano al Cross dei Rioni che è stato vinto dal Valdimontone.

 

         

Rosetta era a cena in Contrada proprio venerdi scorso, tranquilla e serena insieme alle sue amiche ed al suo figlio Massimo. Se ne era andata salutando tutti e mai noi avremmo immaginato che sarebbe stata l'ultima volta. Così accadde anche a Dario Stanghellini dieci anni fa, e ci viene da pensare che, seppure sempre doloroso e inaccettabile, quell'ultimo addio compiuto dopo aver trascorso una bella serata in Contrada, in mezzo agli amici e magari con il Palio davanti, sia, (il più tardi possibile, s'intende) un commiato auspicabile per tutti. Rosetta Massai era la compagna fedele di Nevio, il postino della Tartuca. Una coppia unita, li ricordiamo sempre insieme in tutte le occasioni di Festa della Contrada. Rosetta  da giovane era stata una presenza importante per Castelsenio insieme al gruppo di Eugenia (con lei nella foto accanto), Leda, Ilva, Giselda, Anita e Lida. Al figlio Massimo, al nipote ed a tutta la famiglia Mantovani Massai vanno le più sincere condoglianze della Contrada.

Ha visto vincere per l'ultima volta la sua Tartuca e poi, in silenzio, se ne andato. Giovanni Bartalini, maggiorente della Contrada e Priore vittorioso nel 1972, è scomparso stamani, 21 agosto. La Contrada, in segno di lutto, ha sospeso la festa prevista per la sera ed il Palio non uscirà dalla Contrada. Giovanni, poco prima di morire nella sua casa dei Tufi, sentendo che le energie andavano affievolendosi, si è rivolto al figlio Stefano raccomandando che la propria dipartita non interferisse con i programmi dei festeggiamenti. Giovanni era stato eletto Priore nel 1971 (rimase in carica fino al 1976) scegliendosi Mauro Barni, Giovanni Ciotti (con lui a sinistra nella foto) e Adù Muzzi come vicari e guidò la Contrada con saggezza e straordinaria dedizione in un periodo di grandi impegni economici, legati ad acquisizioni e ristrutturazioni (nel 1973 inaugurò la Società), una vittoria esaltante ed infine, purtroppo, anche forti contrasti interni. Persona che non amava apparire, generosa ed umile è stato un dirigente di Contrada che ha messo al primo posto il bene assoluto della Tartuca. "Deciso, instancabile, cocciuto fino ad apparire prepotente, Giovanni ci ha dato dentro davvero con tutto se stesso", fu scritto su Playnoi. Ha costruito più di un mattoncino dei quella grande Contrada di cui oggi andiamo orgogliosi e che tutti ammirano. In questo momento di dolore siamo vicinio al figlio Stefano alla cara moglie Teresa, ai fratelli Pia e Mario, alla nipote Cecilia ed a tutta la famiglia Bartalini attraverso i più sinceri sentimenti di condoglianze da parte del Seggio Direttivo e di tutto il popolo tartuchino. I funerali si terranno lunedi 23 alle ore 10,30 presso la cappella del Cimitero della Misericordia.

Come si fa a non credere al benevolo segno di Giulio Pepi in questo bellissimo Palio di agosto? Già nel Numero Unico del 1991, con un divertente disegno di Giovanni Mazzini si rappresentava un canopo etrusco con le sembianze del nostro Giulio. Nel Numero Unico "Diciannovenovantuno" si scriveva a proposito del canopo: "E proprio per il suo peculiare colore bronzeo pare quasi certo che il volto raffigurato appartenga a quel Julius - o Pepius - che fu grandissimo Lucumone del luogo sacro compreso tra il poggio, appunto, di Sant'Agostino e quello di Santa Mustiola (l'odierno Orto Botanico)". E, cabale delle cabale, nell'ultimo numero di giugno di Murella, è stato pubblicato un approfondito studio - anche questo di Giovanni Mazzini - sulle origine etrusche di Siena, partendo dalle riflessioni appassionate di Giulio. A corredo del testo in questione fu pubblicato (ma chi lo sapeva che anche Franco Fortunato lo avrebbe rappresentato nel drappellone?!) proprio il famoso "Palio degli Etruschi" della tavoletta di Poggio Civitate, riscoperta e rivalutata da Giulio negli anni ottanta quando era direttore dell'Azienda Autonoma del Turismo di Siena facendo realizzare addirittura una pregevole riproduzione (in alto a sinistra) in simil bronzo. E' troppo evidente il filo che ci lega al nostro Giulio scomparso proprio quest'anno, la cui presenza era stata evocata anche nell'ultima Assemblea Generale prima del Palio con la presentazione di parte dei suoi diari. Da lassù certamente ci ha guidato verso la Vittoria seguendo quel vincolo sentimentale degli Etruschi con il quale  ha guidato anche la mano felice del pittore per l'ispirazione della "sua" formella, quella che ci parla di un Palio antico, il nostro Palio.

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