Riccardo Poppi. Il cuore della stalla
Immagino sia successo a tanti di noi, quella mattina dentro l’Oratorio della nostra Contrada, di guardare quel feretro abbracciato, e nello stesso tempo protetto da quella bandiera gialla e celeste (che nell’occasione ci piace immaginare, anche e con tanto amore, ricamata dalle famose quattro ragazze) di pensare di averti conosciuto da sempre ma che forse proprio ora nel momento in cui ci stavi salutando, forse ancora non ti avevamo ancora imparato a conoscere. Addio Riccardo, ci hai lasciato come spesso, anzi sempre nella vita facevi le tue cose…..in punta di piedi. Riccardo, Ricky o meglio più semlcemente “il Poppi”, per te la Tartuca era tutto! Bravo Barbaresco, un po’ meno bravo portiere del Senio. Nessuno, però potrà mai dimenticare quella tua grande parata, fatta la sera del 2 Luglio 1972, quando con grande scelta di tempo, ma soprattutto con grande coraggio, ti tuffasti tra le zampe della cavallina Mirabella che dopo aver disarcionato Aceto correva libera sul tufo. Quel tuo gesto fu determinante per la vittoria del Palio e di questo te ne saremo sempre grati. “ Poppi vai piano”… Non c’è tartuchino con più di quarant’anni che non abbia sentito questa frase, che tutti a te dicevano per farti arrabbiare, mentre si accompagnava il cavallo in Piazza per la prova. Ho ancora davanti a me il ricordo di quella notte quando andammo in Piazza per provare la Mossa con Lamadina. All’improvviso Canapino dette una frustata alla cavalla che come impazzita prese il via giù per il Casato e te lì accanto a lei, attaccato alle briglie senza mollare. Ti fermasti o meglio vi fermasti tutti e due addosso ad un cartello di divieto di transito. Eri a terra, con la faccia piena di sangue, ma con le redini sempre saldamente in mano, e la cavallina lì, ferma accanto a te, impaurita dall’incredibile tonfo provocato dall’impatto del cartello con la tua faccia. Ogni anno, dopo che rinnovammo la Società in Tommaso Pendola, prendevi le ferie (sei stato anche un bravo e scrupoloso infermiere) per imbiancare la Società, il tutto sempre in silenzio e soprattutto sempre senza farlo pesare.
Eri fatto così. Cantavi benissimo, nella Corale, nei Madrigalisti Senesi, spesso la sera nel Chiasso raccontavi dei tuoi concerti in Spagna, ma noi di te ricorderemo e non dimenticheremo mai quel Te Deum cantato dentro la Stalla, con tanto di corona di alloro in testa. Dovevi chiedere scusa a Sant’Antonio Abate di qualcosa che te sapevi e che noi si sapeva!!!Di lì a poco iniziarono ad arrivare nella nostra stalla Uberto, Benito, Figaro…roba da non credere.
Eri un signore, andammo in settimana bianca e portasti con te “Sei valletti”, il tutto solo per farti fare compagnia durante la notte. I primi “Tre Valletti” finirono il martedì, gli altri tre il giovedì…non ti rimase altro da fare che andare al supermarket e comprare un’altra bottiglia, comunque sempre di “Tre Valletti”. Come portiere, eri fortissimo tra i pali, un po’ meno nelle uscite, ricordo quella volta a Uopini durante un Torneo Amatori quando un cross dalla metà campo avversaria finì incredibilmente dentro la nostra porta. Ti giustificasti dicendo:” Non è colpa mia, è il terreno, ci so i motti!!! ”. La risposta immediata di un imbufalito Franchino Zazzeroni fu :”I motti?! Sò ma i gotti!!!“. Eri anche un po’ permaloso, riuscivi a tenere il muso anche per due o tre minuti, ma poi tutto tornava come prima. Nel breve ricordo fatto per te nell’ultimo numero di Murella Cronache c’è la famosa foto di te e Pitto che litigate, con i due cavalli in mano, dopo la Prima Prova del Palio di luglio del 1978, eri arrabbiato ed avevi ragione di esserlo. C’è un’altra foto che noi tartuchini abbiamo ben presente nei nostri occhi, quella di te e Gigi abbracciati nella Stalla dopo la meravigliosa vittoria dell’Agosto 2004. Due uomini felici, abbracciati e commossi che troviamo dentro il Numero Unico “Alla zitta”. Una grande vittoria di una Grande Contrada, fatta “Alla zitta”, come nel tuo stile ci hai lasciato, “alla zitta”. Addio Riccardo, non ti scorderemo mai!!!
Luca Guideri
Nella foto in alto, Riccardo Poppi in un scambio di battute con Pitto, barbaresco della Chiocciola nel 1978, nella foto a destra, è ritratto a Montalcino nel 1985.