I "cavallini" di Tommaso Andreini

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Oggi la corsa non ha più segreti. Telecamere e macchine fotografiche, telefonini e quant'altro, ci fanno vedere e non più immaginare, ogni frammento del Palio. Quasi fossimo in un gigantesco Grande Fratello, noi contradaioli siamo spiati e analizzati nei nostri più intimi e passionali gesti.
Un tempo, però, questi apparecchi non esistevano e i nostri antenati dovevano adattarsi. Innanzitutto spazio alla tradizione orale, ma quando questa non bastava più, ci volevano anche le immagini a raccontare cosa era accaduto in Piazza del Campo, ecco nascere così i cosiddetti “cavallini” all'inizio dell'800. I “cavallini” non erano altro che quadri che ritraevano, quasi sempre tramite una sola singola immagine, tutto quanto era accaduto durante la corsa. Si poteva vedere, quindi, chi arrivava primo al bandierino, ma sullo sfondo apparivano anche i fantini caduti a San Martino o al Casato e molto spesso anche dettagli maggiori.  I musei di Contrada, ma anche abitazioni di privati, sono pieni di queste opere d'arte prettamente senesi, eseguite da tanti pittori della nostra città fino al primo dopoguerra, ma anche da contradaioli amanti dell'arte pittorica e desiderosi di lasciare un ricordo alla propria Contrada. Anche in Tartuca ne abbiamo di bellissimi da quello del 1804 all'ultimo, risalente alla vitoria del 1930, molto singolare in quanto sembra una specie di fumetto, formato com'è da diverse tavole raffiguranti i vari momenti della corsa

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Da qualche anno Tommaso Andreini, pittore senese di grande fama, autore tra l'altro di un bellissimo drappellone il 2 luglio 2016 vinto dalla Lupa e soprattutto di una splendida Madonna con bambino commissionata dalla nostra Contrada che potete ammirare dal settembre 2017 in Castelvecchio, ha voluto riprendere questa tradizione con ottimi risultati e questa sera è qui nella nostra Contrada per farci omaggio della sua opera che andrà a far parte del nostro museo. Lo ringraziamo felici del suo regalo da tartuchini ma soprattutto da senesi, orgogliosi che ci siano ancora artisti sensibili e attaccati alle nostre tradizioni più belle e originali, pur con il tocco personale di artista moderno. Grazie  di cuore

Antonio Gigli

 

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