Il Tenente delle dieci vittorie
Si è tenuta lo scorso venerdì 24 giugno, presso la Sala delle Adunanze, un’interessante conferenza dedicata ad Augusto Mazzini, Tartuchino vissuto nel periodo a cavallo fra '800 e '900, e protagonista di importanti vicissitudini di Palio e di Contrada, in occasione dei 70 anni dalla sua morte.
Giordano Bruno Barbarulli ha inquadrato il periodo del vissuto di Augusto, con particolare riferimento alla Siena risorgimentale che, come sappiamo, tanto penalizzò il Palio della Tartuca in favore della nostra avversaria, che per un breve periodo addirittura non fu la nostra nemica, come testimonia una stampa presente in archivio; poi le due guerre e i due cappotti, intramezzate nel 1887 dall'Inaugurazione di Castelsenio.
Giovanni Mazzini, storico, pronipote di Augusto e Archivista della Contrada, con un ben articolato "power point" ha raccontato i particolari della vita del grande Tenente tartuchino; attraverso il racconto da vero professionista dell’ "ars orandi" di Giovanni, mai pesante a tratti toccante e con delle punte di ironia, siamo entrati dentro il personaggio, ma soprattutto dentro quel periodo storico così denso di eventi.
Augusto Arnaldo Maria Mazzini nasce in Castelvecchio il 26 novembre del 1870 da Giovanni e Cesira Meini, di professione tappezziere, dedicherà la sua vita alla Tartuca e al Palio sue vere calde passioni. In Contrada ricoprirà la carica di Economo, parteciperà, come detto, alla fondazione di Castelsenio, ma anche della Società del Palio poi Società della Corsa e sarà alfiere di piazza, rinnovando le monture del 1928 progettate dal Viligiardi, ma ci torneremo dopo.
Quello che lo ha reso noto ai più è senz' altro il suo pluridecennale ruolo di Mangino, servendo ben 12 Capitani.
Secondo Giulio Pepi, il più profondo conoscitore della biografia di Augusto, egli già fa parte del gruppo Palio nel 1886, quando la Tartuca fa cappotto, come Mangino non ufficiale, diciamo allievo Mangino, ma non c'è nessuna conferma in Comune, né in Contrada. Augusto, tuttavia, appena diciassettenne, già mostra buona stoffa. Non trascorreranno troppi anni quando (questa volta ufficialmente) vincerà il suo primo Palio da Mangino; è il 1891, tra l' altro l'unico Palio vinto dalla Tartuca col cavallo grigio, cui seguiranno le vittorie del 1895 e del 1898 che chiuderanno il secolo.
I chiocciolini cominceranno a canzonarlo, ponendo in atto uno stornello passato alla storia ed ancora molto in uso: «Va' via, 'mbecille, papavero sei te, quando cammini ciondoli, mi sembri un canapè!». L'episodio nasce dal fidanzamento di Augusto con la figlia di Dominici, l'allora capitano della Chiocciola. Augusto, infatti, è solito recarsi sotto le finestre di lei, nonostante la cosa non sia gradita dal padre: è così che i chiocciolini iniziano a cantare questi versi.
Dove il "Papavero" era il simbolo dei Monarchici e lui lo sarà financo dopo la Seconda Guerra Mondiale, "quando cammini ciondoli", per la sua tipica andatura che lo costringeva ad usare una famosissima giannetta, il "canapè" è ovvio riferimento alla professione di tappezziere.
Oltre alla giannetta, sue caratteristiche tipiche erano i baffi ed il cappello sul quale Giovanni ha ironizzato, spiegando che da buon Mazzini a nemmeno vent' anni aveva già "perduto il crine".
Nel novecento si consolida una bella amicizia tra Augusto ed il grande Fantino Domenico Fradiacono detto Scansino con cui la Tartuca vincerà nel 1902 e nel 1910; Scansino dormiva a casa di Augusto che una notte rovistando vicino al suo giaciglio trovò un revolver con tanto di colpi in canna.
La Tartuca vincerà anche nel 1914, giusto in tempo, poi scoppierà la Guerra.
Per rivedere la vittoria ci vorrà la più importante intuizione di Augusto: la creazione del T.O.N.O. . Attraverso l'amicizia con altri tre dirigenti di Oca (Ettore Fontani) Nicchio (Il Mauti) e Onda (Tono Minutelli), Augusto e la Tartuca giungeranno al successo per ben tre volte con un altro grande amico di Augusto, Fernando Leoni detto Ganascia, nel 1930 e con il famoso cappotto del 1933. Poi tutto si guastò, tutto finì e ci vollero altri 18 anni per conseguire una nuova vittoria con Remigio Rugani e il suo Mangino anziano Augusto Mazzini, la cavallina Bagnorea ed un altro grandissimo, Beppe Gentili; e sono 10.
Nel 1952 la Tartuca non correrà mai, ma anche Augusto si fermerà, come testimonia una lettera di condoglianze inviata alla famiglia dalla Compagnia di Porta all' Arco con le firme di Giulio Pepi e Mauro Barni: è il 24 giugno 1952.
Dopo il decimo ed ultimo trionfo Augusto non rivedrà la terra in piazza né la sua Tartuca ricorrere, ma nel luglio del 1953 essa ripresentatasi sul tufo, tornerà alla vittoria, ancora con Remigio, che ha al suo fianco un nuovo giovane mangino, Giovanni Mazzini, il figlio del Sor Augusto.
Tutti presenti al gran completo i Mazzini, famiglia numerosa e gloriosa, che a fine conferenza hanno voluto omaggiare la Tartuca con la bandiera che fu proprio di Augusto Mazzini, molto ben conservata, che immagino non troverà difficolta a collocarsi nel nostro Museo.
Importante anche la presenza di appassionati contradaioli, Tartuchini e non, oltre agli archivisti delle consorelle che i Mazzini hanno voluto fossero invitati. Un'oretta piacevole tra Storia e Memoria.
Stefano Pagni